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Pomodoro Principe Borghese del Vesuvio Rosso

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Il Pomodoro Principe Borghese del Vesuvio Rosso è forse il Pomodoro più leggendario del Mondo e non poteva che venire da un luogo altrettanto mitico come le pendici del Vulcano Vesuvio di Napoli. Ma facciamo subito chiarezza su ciò che questo celebre Pomodoro sia, va specificato che la denominazione di "Pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop" può riferirsi LEGALMENTE SOLO ED ESCLUSIVAMENTE al prodotto certificato Dop da Agroqualità e coltivato nel complesso Vulcanico del Somma-Vesuvio, includendo le sue pendici degradanti sino quasi al livello del mare, in particolare, la zona di produzione e condizionamento prevista dal disciplinare del "Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP" comprende: l'intero territorio dei seguenti comuni della provincia di Napoli: Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa Di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, Sant'Anastasia, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase e la parte del territorio del comune di Nola delimitata perimetralmente dalla strada provinciale Piazzola di Nola – Rione Trieste (per il tratto che va sotto il nome di "Costantinopoli"), dal "Lagno Rosario", dal limite del comune di Ottaviano e dal limite del comune di Somma Vesuviana.

Osservate in questo mio video la pianta ed i Pomodori in tutta la sua bellezza: Pianta di Pomodoro Principe Borghese del Vesuvio Rosso, il più Buono e Leggendario Pomodoro del Mondo

Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio è una varietà di Pomodoro coltivata esclusivamente sulle pendici vulcaniche del Vesuvio, quindi anche avendo i soliti Semi, se non coltivato in questa specifica zona legalmente autorizzata, non si potrà definire come tale, anche perchè le caratteristiche salienti del sapore, come dolcezza ed acidità sono date dalla terra vulcanica, la vicinanza del mare e da quel particolare clima. Già riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale dalla regione Campania, il "Pomodorino del Piennolo del Vesuvio" o "pomodorini spungilli raccolti a piennolo o a ceppa" è divenuta una DOP dal 2009. 

Pertanto, per non confondersi, i Semi che potete acquistare in questa pagina sono chiamati Semi del Pomodoro Principe Borghese del Vesuvio Rosso poichè, come ampiamente descritto, può avere il nome di Pomodorino del Piennolo solo se coltivato nelle zone sopra citate in Campania.

Il Disciplinare di produzione della Dop elenca alcuni ecotipi della specie Lycopersicon Esculentum (nome botanico del Pomodoro in questione) a cui fare riferimento. Non viene indicata alcuna specifica varietà: il motivo è che ciascuna famiglia di produttori ha, in pratica, un suo pregiato Seme selezionato nel tempo, dato che la coltura del pomodorino sul Vesuvio è antica e che le piantine fanno parte da sempre dell’orto di casa.

Quindi non esiste l'identificazione di un unico Pomodorino Piennolo del Vesuvio, ma ci sono delle caratteristiche molto comuni che caratterizzano i vari ecotipi, si tratta infatti di vecchie cultivar e biotipi locali accomunati da caratteristiche morfologiche e qualitative più o meno simili, la cui selezione è stata curata nei decenni dagli stessi agricoltori. Le denominazioni di tali ecotipi sono quelle popolari attribuite dagli stessi produttori locali, come "Fiaschella", "Lampadina", "Patanara", "Principe Borghese" e "Re Umberto", tradizionalmente coltivati da secoli nello stesso territorio di origine. Le caratteristiche distintive, a livello tecnico-mercantile, del prodotto ammesso a tutela sono, allo stato fresco: frutti di forma ovale o leggermente pruniforme con apice appuntito e frequente costolatura della parte peduncolare, buccia spessa di colore rosso vermiglio, pezzatura non superiore a 25 g, polpa di consistenza elevata e di colore rosso, sapore vivace intenso e dolce-acidulo; conservato al Piennolocolore della buccia rosso scuro, polpa di buona consistenza di colore rosso, sapore intenso e vivace. I "Piennoli" o "Schiocche" presentano un peso, a fine conservazione, variabile tra 1 e 5 chilogrammi. Agli effetti dell'azione di tutela si è riscontrato che l'aspetto peculiare di tipicità che accomuna i pomodorini vesuviani è l'antica pratica di conservazione "al piennolo", cioè una caratteristica tecnica per legare fra di loro alcuni grappoli o "scocche" di pomodorini maturi, fino a formare un grande grappolo che viene poi sospeso in locali aerati, assicurando così l'ottimale conservazione del prezioso raccolto fino al termine dell'inverno. Nel corso dei mesi il pomodorino, pur perdendo il suo turgore, assume un sapore unico e delizioso, che soprattutto i Napoletani apprezzano particolarmente per preparare sughi prelibati ed invitanti. E' appunto il sistema di conservazione al "piennolo" che, favorendo una lenta maturazione, consente altresì una lunga conservazione, con la conseguente possibilità di consumare il prodotto "al naturale" fino alla primavera seguente.

Le peculiarità del "Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP" sono la elevata consistenza della buccia, la forza di attaccatura al peduncolo, l'alta concentrazione di zuccheri, acidi e altri solidi solubili che lo rendono un prodotto a lunga conservazione durante la quale nessuna delle sue qualità organolettiche subisce alterazioni. Tali peculiarità sono profondamente legate ai fattori pedoclimatici tipici dell'area geografica in cui il pomodorino è coltivato dove i suoli, di origine vulcanica, sono costituiti da materiale piroclastico originato dagli eventi eruttivi del complesso vulcanico Somma-Vesuvio. Per cui, lo ripetiamo, se non viene coltivato in quella zona non si può considerare il vero Pomodorino Piennolo del VesuvioIn quest'ambiente di elezione, la qualità del pomodorino raggiunge punte di eccellenza. Proprio la ricchezza in acidi organici determina la vivacità o "acidulità" di gusto, che è il carattere distintivo del pomodorino del Vesuvio. Ciò, oltre a derivare da una peculiarità genetica, è indice di un metodo di coltivazione a basso impatto ambientale e con ridotto ricorso ad acque d'irrigazione, che rende tale coltura particolarmente adatta ad un'area protetta, quale quella del Parco Nazionale del Vesuvio. Il "Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP" per le sue qualità è un ingrediente fondamentale della Cucina Napoletana e Campana in generale, ed ha una grande versatilità in cucina. Accanto ai tradizionali Spaghetti alle Vongole e agli altri frutti di mare, gli chef locali si impegnano ad utilizzarlo in tanti altri piatti, tra cui una variante alla prelibata Pizza Napoletana.

Infine alcuni Cenni Storici e Curiosità: sull'origine della Tradizione della legatura di questo Pomodoro c’è poco di certo, ma una storia che si tramanda da generazioni è particolarmente suggestiva, si racconta infatti che a Torre del Greco, comune incastonato tra il Vesuvio e il golfo di Napoli, le mogli dei pescatori fossero sempre impegnate a rammendare e intrecciare le reti da pesca dei loro compagni. Quando questi partivano per il mare, le donne erano solite intrecciare qualsiasi cosa capitasse tra le loro mani, da un lato per tenersi occupate, dall’altro per non perdere la mano. La tradizione vuole che un giorno capitarono tra le loro mani i rami delle piantine di pomodorini, portando poi la pianta a crescere con la forma a grappolo che ancora oggi li contraddistingue. Che sia questa l’origine o solo una bel racconto inventato passato di generazione in generazione, quel che di certo possiamo dire sul pomodorino del piennolo del Vesuvio è che il suo viaggio parte da lontano, per l’esattezza dal Perù. L’allora Vicerè del Perù, per l'incoronazione del Re Ferdinando lV (1759), donò alla corte reale proprio dei Pomodori, che vennero poi piantati in una delle zone più fertili del territorio: le pendici del Vesuvio. Qui il pomodoro non solo crebbe e si adattò, ma sviluppò le caratteristiche organolettiche che lo contraddistinguono e lo rendono una delle varietà di pomodori più pregiate e ricercate del mondo.

Questo pomodoro è talmente amato dai Campani da meritarsi una leggenda tutta particolare. Secondo il mito, Lucifero creò Napoli trafugando un pezzo di Paradiso ma, a causa del suo tocco, i terreni di questo luogo idilliaco diventarono aridi, impossibili da coltivare. Fu per questo che Gesù cominciò a piangere tutte le sue lacrime e qualcosa di miracoloso accadde: cadendo dalle pendici del Vesuvio, le sue lacrime resero il terreno nuovamente fertile, dando così vita a quel concentrato di storia, magia, gusto e tradizione che è il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio.

La coltivazione del Pomodorino del Piennolo sulle falde del Vesuvio ha senza dubbio radici antiche e ben documentate. Per limitarci alle testimonianze storiche più illustri, notizie sul prodotto sono riportate dal Bruni, nel 1858, nel suo "Degli ortaggi e loro coltivazione presso la città di Napoli", ove parla di pomodori a ciliegia, molto saporiti, che "si mantengono ottimi fino in primavera, purché legati in serti e sospesi alle soffitte". Altra fonte letteraria attendibile è quella di Palmieri, che sull'Annuario della Reale Scuola Superiore d'Agricoltura in Portici (attuale Facoltà di Agraria), del 1885, parla della pratica nell'area vesuviana di conservare le bacche della varietà p'appennere in luoghi ombrati e ventilati. Francesco De Rosa, altro professore della Scuola di Portici, su "Italia Orticola" del novembre 1902, precisava che la vecchia "cerasella" vesuviana era stata via via sostituita dal tipo "a fiaschetto", più indicato per la conservazione al piennolo. Il De Rosa è anche il primo ricercatore che riporta in modo esaustivo l'intera tecnica di coltivazione dei pomodorini vesuviani, facendo intendere così che si stava sviluppando nell'area un'intera economia intorno a questo prodotto, dalla produzione delle piantine da seme alla vendita del prodotto conservato. Anche il prof. Marzio Cozzolino, della Facoltà di Agraria di Portici, nel suo testo del 1916, concorda con le fonti precedenti, sia sulla descrizione varietale che sui metodi di produzione, dedicando intere parti del testo a descrivere minuziosamente la tecnica colturale e soprattutto fornendo dati, anche economici, che aiutano a capire la laboriosità e la complessità di questa tipologia di prodotto.

Fonte Assessorato Agricoltura Regione Campania.

Una bustina di questo fantastico Pomodoro nella variante Principe Borghese contiene 10 Semi Ornamentali che Vi assicureranno un ottimo raccolto anche se, come detto tante volte in questa pagina, non coltivandolo alle pendici del Vesuvio, non avrà mai le caratteristiche del prodotto Dop. Pomodoro indeterminato di media precocità, pianta vigorosa con fogliame coprente, che porta frutti a grappoli di colore rosso intenso e di forma rotondegggiante, con una protuberanza in basso a forma di goccia, peso uniforme di circa 25 grammi a frutto, particolarmente apprezzato per il consumo fresco e la conservazione invernale, resiste bene alla siccità e tollera bene le più diffuse malattie.

Pomodoro Principe Borghese del Vesuvio Rosso  - Lycopersicon Esculentum Mill - Semi Ortivi Ornamentali

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